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257. Kawwanah di Paolo M. Virio

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La parola Kawwanah presenta diversi profondi significati: mentre racchiude l’intenzione della preghiera è anche tensione realizzativa della preghiera; è concetto centrale della preghiera e sue possibili relazioni segrete, non è la parola (espressione della preghiera) ma è l’anima dell’orante che con l’interiore potere della preghiera vince il fato, le forze avverse e penetra nel luogo segreto.

È considerata azione rituale, la cui effettuazione si svolge su di un piano cosmico, cioè, detta azione ha un legame diretto, quasi radicale negli avvenimenti del mondo interiore, in quanto nella Kawwanah tutto è schematico, come riflesso della Idea divina.

Detta azione deve riflettere il piano superiore da cui scaturisce, ma deve emergere dalla libertà di un impulso della coscienza dell’essere.
Azione, quindi, come ininterrotta e immediata espressione del flusso di vita divina, che intensifica, nel suo stato operativo, il processo del Tiqqhun.
Perché il processo del Tiqqhun trova la sua immediata esplicazione tramite la preghiera, la Kawwanah.

La concentrazione della preghiera è la via e lo strumento per penetrare i mondi segreti; o tecnica della meditazione, intesa come azione mistica direttamente connessa con gli avvenimenti del mondo interiore, divino.

La Kawwanah è intesa anche come il sacro silenzio che sorge, scaturito dopo la concentrazione.
È anche una estasi, silenzio sacro, dove la volontà umana si incontra con la volontà divina, e dove, le parole della preghiera formano o causano un fluido di grazia con potere effettivo, il cui fine è la riunificazione della unità distrutta.

Alla interiorità dell’uomo spirituale è dato il compito di restaurare l’unità originaria, l’unità distrutta a causa della macchia originaria, alla rottura dei vasi.
Compito ch’è azione spirituale, e intenzione di volere, tramite la preghiera, la Kawwanah, la riunificazione dell’unità distrutta (reintegrazione).

Il fine ideale della Kawwanah è dunque un riunificare: mentre ogni processo del Tiqqhun tende ad una azione effettiva di riunificazione, di ristabilimento di unità, di restaurazione della sua primordiale struttura spirituale, la Kawwanah forma e costituisce il segreto mezzo.

Mentre l’intimo segreto processo del Tiqqhun, nel piano divino è fuori del tempo, nell’uomo, il processo di restituzione di Luce, alle scintille separate e disperse nell’esilio della materia, avviene tramite la Kawwanah.

L’azione del Tiqqhun unita alla intenzione della Kawwanah è anche intesa come la riunificazione della Shekinah:
La Shekinah esiliata è riunita allo Sposo.
Riunire il Santo e la sua Shekinah, nel timore e nell’amore.

Questo compito restaurativo incombe ad ogni individuo, perché la struttura primordiale, ogni anima, virtualmente l’ha in : struttura che fu degradata dalla caduta di Adamo.
In ultima analisi, la Kawwanah può essere intesa come una forma di potenza, cioè, interna preghiera che si esteriorizza in atto potenziale: chiamata la Grande Via, in quanto il processo della Kawwanah opera il risveglio, (esperienza del risveglio che ogni iniziato conosce) intimo segreto risveglio, grazia del risveglio che simile a carisma pervade l’animo, e le nascoste sorgenti della Conoscenza fluiscono, rendendo l’essere pneumatico, toccato e guidato dallo Spirito, sapiente, profeta, innovatore, riunificatore: essere che rende sue le idee dello Tzimtzhum di Dio, centrazione in spirito sopraindividuale e universale, cioè, assume l’impegno della assunzione delle scintille cadute.

Perché è detto: Chi serve Dio nella Grande Via, raccoglie tutte le sue forze interiori, si eleva nei suoi pensieri e attraversa in una sola volta tutti i cieli, e sale più alto degli Angeli, dei Serafini e dei Troni, e nel culto perfetto della Kawwanah egli ottiene la riunificazione delle sperdute scintille.

Nel culto prefetto, processo della Kawwanah, l’essere fa del suo corpo un tempio per l’anima, e dell’anima, nell’abisso del cuore, un trono per la Luce della Shekinah, e dal centro dell’abisso e sul suo capo la Luce fluisce intorno a lui da tutte le parti (centri), ed egli n’è circondato, siede in mezzo alla Luce, e riverente esulta in Dio.

Nel processo, l’uomo scendendo nelle profondità del suo stesso essere, attraversa tutte le dimensioni del mondo: in se stesso abbatte tutte le barriere che separano mondo da mondo, sfera da sfera (infiniti stadi dell’anima umana); sempre in se stesso, senza mai uscire fuori di sé, egli trascende i limiti dell’essere creato, li annulla … e scopre che il mondo superiore, il Dio ch’è tutto in tutto, e tutto circonda e penetra, ch’è nella sua anima … è LA SUA ANIMA (rivelazione dell’Archetipo).

È dunque la spiritualità interiore dell’essere, la stessa virtuale sua vita, e non il sapere che conferisce all’essere il compito di restaurare l’unità originaria: in quanto Egli, divenuto realtà vivente, rappresenta lo strumento e il mezzo, tramite la Kawwanah, di ottenere la riunificazione delle sparse scintille divine.

Quindi, in effetti, a ogni processo della Kawwanah, corrisponde una elevazione dell’essere alla Luce divina, e un riunificare le scintille sparse alla Luce originaria.

tratto da “Lo splendore della Kabbalah” di Paolo M. Virio – Edizioni Amenothes –

testi di Paolo M. Virio (Paolo Marchetti 1910-1969) Consigliati:
Lessico esoterico comparativo – Ed. Amenothes
Insegnamenti e dottrina – Ed. Amenothes
Cosmo. Prospettive esoteriche – Ed. Amenothes
La sapienza arcana.. tempio nascosto – Ed. Amenothes 1982
La tradizione esoterica Giudaico-cristiana – Ed. Bastogi 1993
Esoterismo cristiano e amore – Ed. Simmetria 1997
La Gnosi – Ed. Simmetria 1998
Orientamenti iniziatici – Ed. Simmetria 1999
Il Vangelo esoterico di Marco – Ed. Simmetria 2011
Corrispondenza iniziatica. Le lettere e la vita di Paolo Virio e Luciana Virio – Ed. Simmetria 2000

 

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