“Questa è opera dell’anima che più soddisfa Dio”
La nube dell’ignoto
Il mistero di Dio non esisterebbe se anche il mondo stesso non fosse un mistero. Alcuni scienziati ritengono che siamo ormai vicini a una “Teoria del Tutto”, capace di spiegare la nascita dell’universo e la fine del tempo, il primo e l’ultimo respiro dell’esistenza cosmica. Tutto verrà spiegato, dai quark ai quasar. In questo “tutto” c’è posto anche per Dio, o il Creatore viene esautorato dalla sua stessa creazione?
Prendiamo ancora in esame il sandwich della realtà che ci è servito da modello. Come abbiamo già visto, è composto da tre strati:
Realtà materiale
REGNO DEI QUANTI
Regno virtuale
Nell’arco dei secoli gli esseri umani si sono riflessi nello specchio della natura e vi hanno visto eroi, stregoni e draghi; il sacro era reale, fonte di potere supremo, e non poteva essere nulla , dal fiume al tuono, senza che un dio l’avesse creato. Oggi lo specchio si è offuscato, e noi abbiamo superato il bisogno di un dio del tuono, nato magari sull’Olimpo, ritrovandoci con una cultura che cancella i vecchi miti per costruire una città come Las Vegas: se volete incontrare il mito in un luogo del genere, dovete soggiornare all’Hotel Excalibur, dove l’unico dio è la Fortuna e i soli dragoni da vincere sono le slot machines che hanno quasi sempre la meglio.
In un mondo privo di miti manca qualcosa, ma come facciamo a capire di cosa si tratta? Per rispondere a questa domanda abbiamo a disposizione un gran numero di tracce, sparse nei vari luoghi sacri del mondo. Nessuno può trovarsi davanti alla grande piramide di Cheope (o Khufu, se vogliamo chiamarla con il suo nome egiziano) senza sentire la presenza di un potere che manca invece ai grattacieli più alti. Il faraone sepolto nelle profondità di questo maestoso monumento era un mortale che aspirava all’immortalità, e aveva nutrito tale aspirazione facendo erigere la più grande massa di pietra che sia mai stata fabbricata fino ai nostri giorni. Khufu era venerato come discendente degli dei, e di conseguenza lui stesso era un dio.uomo.
Questa convinzione non dimostra soltanto che l’ego di un re non conosce limiti, in quanto grazie al legame di Khufu con le divinità era innegabile che tale connessione coinvolgeva anche il suo popolo. Da tempo immemore gli uomini si pongono le stesse domande: possiedo un’anima? Che mi accadrà dopo la morte? Alla fine di questa esistenza terrena c’è un altro mondo, e se ci arrivo incontrerò Dio? La Grande Piramide rappresentava una risposta in pietra a tali quesiti.
Torniamo ora a Las Vegas. Che cosa vediamo qui? La ricchezza e l’ambizione sono paragonabili a quelle dei faraoni, ma le persone che affollano questi templi del piacere si sentono più sicure rispetto al passato circa le risposte a queste importanti questioni? Non è forse vero che un mondo privo di forza spirituale ci spinge a cercare di distrarci a tutti i costi perché in realtà non possediamo alcuna risposta?
L’intero genere umano è strettamente legato all’elemento sacro. Non possiamo quindi ignorare che tutti noi proveniamo dallo stesso luogo, siamo in viaggio verso un bene supremo, e ogni nostro singolo gesto dev’essere valutato da una prospettiva cosmica. Paragonata a questo retaggio, la realtà ordinaria non ha più alcuna importanza. Se non siamo in grado di utilizzarla per mantenere in vita il sacro, la Teoria del Tutto finirebbe per rivelarsi inutile o addirittura distruttiva.
Per fortuna, gli oggetti più solidi e affidabili presenti nella nostra esistenza – una conchiglia, un ramo d’albero, una buca in mezzo alla strada – ci rendono partecipi del mistero di Dio. Se crediamo in un sasso, crediamo automaticamente in Dio. Lasciate che vi spieghi …
La realtà ordinaria rappresenta il vertice del nostro sandwich della realtà. Il mondo materiale è pieno di oggetti familiari che possiamo vedere, percepire, toccare, assaporare e annusare. Quando gli oggetti grandi diventano molto piccoli, riducendosi alle dimensioni di un atomo, noi non possiamo più fare affidamento sui nostri sensi. In teoria a un certo punto le cose devono smettere di rimpicciolire, dato che nessun atomo è più piccolo di quello dell’idrogeno, la prima particella di materia nata dal Big Bang. Ma al di là dell’atomo si verifica un’incredibile trasformazione, e tutto ciò che è solido scompare. Gli atomi sono composti da una certa quantità di energia vibrante priva di massa e di forma, non sono solidi e non possono essere percepiti dai sensi. Il termine latino per indicare “quantità” è quantum, parola usata poi per descrivere un’unità di energia all’interno dell’atomo e di conseguenza un nuovo livello di realtà.
A livello dei quanti, nessun aspetto del mondo materiale rimane integro. È strano alzare una mano e rendersi conto che si tratta di vibrazioni invisibili che avvengono nel vuoto. A livello atomico tutti gli oggetti sono composti al 99,9999% da spazio vuoto. In proporzione, la distanza tra un elettrone che vortica e il nucleo intorno al quale gira è superiore a quella che separa la terra e il sole. Non è comunque possibile catturare un elettrone, dato che libera vibrazioni di energia che appaiono e scompaiono milioni di volte al secondo. Di conseguenza, l’intero universo è un miraggio quantico che appare e scompare milioni di volte al secondo. A livello quantico l’intero universo è una sorta di luce intermittente: non ci sono stelle o galassie ma solo campi di energia vibrante che i nostri sensi sono troppo lenti e ottusi per riuscire a percepire, vista l’incredibile velocità con cui si muovono la luce e l’elettricità.
Nell’ambito del regno animale il sistema nervoso delle altre creature può essere più rapido o più lento del nostro. I neuroni di una lumaca, per esempio, percepiscono i segnali provenienti dal mondo esterno con tanta lentezza da non consentirle di registrare gli eventi che si verificano in meno di tre secondi. In altre parole, se una lumaca stesse guardando una mela e io afferrassi di scatto il frutto, il piccolo animale non riuscirebbe a scorgere la mia mano ma si accorgerebbe solo che l’oggetto è “sparito” davanti ai suoi occhi. Allo stesso modo, i lampi quantici sono milioni di volte più rapidi della nostra capacità percettiva, e così il nostro cervello ci inganna “vedendo” oggetti solidi che sono continui nel tempo e nello spazio, proprio come ci appare continuo un film. Un film è costituito da ventiquattro immagini immobili che appaiono alternandosi in un secondo, con ventiquattro momenti di buio che corrispondono all’attimo in cui ognuna di queste immagini viene tolta e sostituita con una nuova. Ma poiché il nostro cervello non è in grado di percepire quarantotto “movimenti e pause” nell’arco di un secondo, si crea l’illusione della pellicola.
Aumentate ora all’infinito la velocità di questo ipotetico film, e otterrete il trucco che chiamiamo vita quotidiana. Noi esistiamo come fotoni lampeggianti con un vuoto nero tra un’apparizione e l’altra: lo spettacolo della luce quantica comprende il nostro corpo, ogni nostro pensiero e desiderio, ogni fatto a cui prendiamo parte. In altre parole, noi veniamo creati in continuazione. La genesi avviene ora, ed è sempre stata. Ma chi sta dietro a questa creazione infinita? Quale potere della mente o visione è capace di prendere e rimettere a posto l’universo in una frazione di secondo?
Il potere della creazione, qualunque esso sia, è alla base anche dell’energia, una forza con la capacità di trasformare nubi gassose di polvere in stelle e infine in DNA. Nella terminologia della fisica questo livello pre-quantico viene definito virtuale. Quando si arriva oltre qualunque energia, non c’è più nulla, solo vuoto. La luce visibile diventa luce virtuale, lo spazio reale diventa virtuale, e il tempo reale diventa virtuale. Nel processo, tutte le proprietà svaniscono: la luce non brilla più, lo spazio non copre alcuna distanza, il tempo è eterno. Questo è il ventre della creazione, infinitamente dinamico e vivo, al quale non si possono applicare termini come vuoto, scuro e freddo. Il dominio virtuale è così inconcepibile che solo il linguaggio religioso sembra in grado di sfiorarlo. In India i fedeli accolgono l’alba con un antico inno vedico:
All’inizio,
non c’erano né l’esistenza né la non-esistenza,
tutto questo mondo era energia non manifesta …
L’Uno ha respirato, senza respiro, con il suo potere
Non c’era nient’altro …
RIG-VEDA
In termini moderni, questi versi ci dicono che possiamo trovare Dio solo in uno stato virtuale, là dove tutta l’energia viene immagazzinata prima della creazione. I fisici hanno combattuto duramente contro questo stato che precede il tempo e lo spazio, così come ha fatto la gente comune. Immagino sia una sorpresa per molti scoprire che l’immagine familiare di Dio visto come un patriarca vestito di bianco e assiso su un trono non ha alcun fondamento, nemmeno nelle scritture ebraiche: tale figura appare infatti una sola volta nel Libro di Daniele, mentre invece nei Libri di Mosè in varie occasioni ci viene ripetuto che Egli non possiede una forma umana.
Secondo la teoria più valida della creazione, prima del Big Bang lo spazio era privo di limiti, allargato come una fisarmonica in infinite pieghe o dimensioni, mentre il tempo esisteva a livello di seme, una presenza eterna senza eventi e che di conseguenza non aveva bisogno di passato, presente o futuro. Questo stato era completamente vuoto in un senso e del tutto pieno in un altro; non conteneva nulla che potessimo percepire, eppure aveva in sé il potenziale di ogni cosa. Come dicevano i veggenti vedici, non è possibile trovare né l’esistenza né la non-esistenza, dato che questi termini si riferiscono solo alle cose che hanno un inizio, una parte centrale e una fine. I fisici definiscono tale condizione come una singolarità: lo spazio, il tempo e l’intero universo materiale un tempo erano racchiusi in un punto. Una singolarità è concepita come il punto più piccolo che si possa immaginare, e di conseguenza non è affatto un punto.
Se riuscite a immaginare che il cosmo ha preso vita con un’esplosione di luce partendo proprio da questo punto, fate un altro passo in avanti e sappiate che lo stato di pre-creazione non ha tempo, e quindi c’è ancora. Nel regno virtuale il Big Bang non è mai avvenuto, ma per paradosso tutti i Big Bang si sono verificati; per miliardi di anni luce l’universo può continuare a espandersi per poi crollare su se stesso e tornare a ritirarsi nel vuoto, ma a livello virtuale non cambierà mai nulla. Questa è la definizione fisica più vicina al concetto religioso secondo cui Dio è onnipresente, onnisciente e onnipotente. Omni significa “tutto”, e poiché non ha alcun limite, lo stato virtuale viene chiamato il Tutto.
Non c’è da sorprendersi se parlare del Tutto (che in sanscrito viene detto tat) ci risulta così difficile. Al momento dell’illuminazione una persona può spingersi oltre i cinque sensi in modo da percepire l’unica verità che può essere espressa a parole: “Io sono ciò che è, tu sei ciò che è, e tutto questo è Ciò che È”. Non si tratta di un indovinello, ma solo dell’affermazione che oltre il velo della creazione esiste ancora lo stato della pre-creazione, il quale comprende ogni cosa.
Un amico fisico mi spiegò questo stesso concetto in maniera nuova e diversa: “Devi renderti conto che il tempo è solo una convenienza cosmica che impedisce a tutto di avvenire contemporaneamente, necessaria al livello materiale ma non a quelli più profondi. Di conseguenza, se riesci a vederti nel tuo stato virtuale, tutto il caos e le galassie turbinanti hanno senso: formano infatti un modello di perfetta simmetria. Considerato da questa prospettiva, il punto finale di tutta la creazione è adesso. L’intero cosmo ha cospirato per creare te e me seduti qui, in questo preciso istante”.
Non c’è nulla di più affascinante nel vedere la scienza che si fonde con lo spirito. Per definire la zona di transizione non c’è parola più semplice di “quanto”, e per Dio non c’è termine più comodo di “virtuale”. È in questi regni che si trovano i miracoli, i quali indicano che la realtà non inizia e finisce a livello materiale. “Come posso trovare Dio?” chiese una volta un giovane discepolo a un famoso guru indiano. “Non vedo una sola prova che dimostri che esiste intorno a noi, e milioni di persone al mondo vivono molto bene senza di Lui.”
“Ogni cosa senza Dio avviene nello spazio e nel tempo. Questo è il mondo a cui sei abituato”, gli rispose il maestro. “Lo spazio e il tempo sono simili a una rete che ti ha intrappolato, ma le reti hanno sempre un buco: trovalo e attraversalo. Solo allora Dio ti sarà evidente.” Ogni tradizione religiosa contiene simili vie di scampo che portano a un mondo al di là del nostro. Nei vangeli apocrifi di san Tommaso, Gesù dice che il suo ruolo nella vita è quello di allontanare i discepoli dalle regole dei cinque sensi, completamente confinati allo spazio-tempo:
Gesù disse: “Io vi dirò ciò che occhio non ha mai veduto e ciò che orecchio non ha mai inteso, ciò che mano non ha mai raggiunto e ciò che non è mai affiorato nel cuore dell’uomo”.
Questa promessa viene di sicuro mantenuta ogni volta che Gesù realizza un miracolo, ma è interessante notare che spesso tali miracoli vengono compiuti con malcelata riluttanza, come se fossero in qualche modo poco pertinenti. Il fulcro della questione è infatti dimostrare che i nostri sensi non sono affidabili. Il malato di lebbra si limita ad apparire nelle sue condizioni, i pani e i pesci sono una banale illusione, la tempesta sul mare della Galilea può essere placata con un semplice atto di volontà. Dopo aver sanato il lebbroso con il suo tocco, Gesù sembra particolarmente impaziente con tutti coloro che appaiono sbalorditi dalla sua impresa.
Gesù gli disse: “Guardati dal dirlo ad alcuno; ma va’, mostrati al sacerdote e fa’ l’offerta che Mosè prescrisse, affinché questo serva per loro di testimonianza”.
Naturalmente, il lebbroso non riesce a trattenersi e racconta l’accaduto a tutti coloro che gli capita di incontrare. La notizia si diffonde abbastanza rapidamente, e Gesù è costretto ad abbandonare la città e cercare rifugio in campagna, inseguito da una moltitudine di persone che gli chiedono altri miracoli. Temo che anche noi uomini moderni ci ostineremmo a non capire, perdendo di vista la questione più importante. Ho letto di un guru che viveva in India e pur non essendo ricco apriva sempre la sua casa a chiunque, deciso a rispettare le leggi dell’ospitalità. I suoi seguaci erano preoccupati per via di tutta la gente che si presentava sulla sua soglia e voleva essere sfamata. Un giorno il maestro si limitò a sorridere, formulando un’insolita richiesta: “Continuate a dar da mangiare a chi arriva, prendendo il riso e le lenticchie da quei secchi che dovete prima coprire con un telo”. I discepoli gli ubbidirono, e ogni volta che immergevano il mestolo nei recipienti, trovavano sempre più cibo da distribuire! Quel sant’uomo ha compiuto lo stesso miracolo di Gesù.
È facile restare colpiti e meravigliati da storie del genere, ma tale stato d’animo si rivela poi utile quando cerchiamo di conoscere i fatti? Dalla nostra meraviglia hanno spesso avuto origine la superstizione, le favole e le false speranze. Ma dalla fusione tra i quanti e ciò che è miracoloso sta cominciando a emergere un’unica realtà. Nel suo libro intitolato Dal Big Bang ai buchi neri, Stephen Hawking ha scritto che se esaminiamo a fondo le leggi della natura, un giorno potremo conoscere la mente di Dio. Una sua frase echeggia una nota affermazione di Einstein: “Io voglio sapere come pensa Dio, tutto il resto sono semplici dettagli”. Poiché era un raro visionario, credo che Einstein avrebbe accettato come punto d’inizio questa mappa del modo di pensare di Dio:
regno virtuale = il campo dello spirito
regno dei quanti = il campo della mente
realtà materiale = il campo dell’esistenza fisica
Se vi sentite sicuri di questi termini, potete chiarire un mistero dopo l’altro, tutti i paradossi della religione iniziano letteralmente a rivelarsi, e per la prima volta il comportamento di Dio acquista un senso preciso.
Vorrei darvi ora un esempio tratto dal campo della guarigione. Alcuni decenni fa un ufficiale dell’esercito italiano si recò a Lourdes; poiché soffriva di un cancro alle ossa ormai avanzato e aveva un’anca quasi del tutto distrutta, lo avevano portato steso su una barella. Pur non avendo nessuna speranza di guarigione, l’uomo bevve l’acqua insieme ad altre migliaia di fedeli. Nei mesi successivi analisi e radiografie dimostrarono che il tumore era miracolosamente guarito, e che si era addirittura riformata la parte di bacino danneggiata. Poiché la scienza medica non era in grado di spiegare tale fenomeno, la sua guarigione divenne uno dei miracoli attribuiti alla Vergine di Lourdes (credo che solo una settantina di casi abbiano ricevuto tale autenticazione dopo la verifica da parte di un gruppo di medici appositamente nominati).
Se facciamo riferimento al nostro modello, questa guarigione coinvolge un evento unico: tutti e tre i livelli della realtà erano infatti in comunicazione tra loro. Il corpo del soldato e il suo cancro erano al livello materiale, le sue preghiere a quello quantico, e l’intervento di Dio è giunto da quello virtuale. In un certo senso, ogni cosa è un miracolo: le stelle, le montagne, le farfalle e ogni singola cellula dell’epidermide dipendono dalle stesse linee aperte di comunicazione. Il flusso della realtà è miracoloso perché il vuoto invisibile si trasforma senza sforzo nell’arancione brillante dell’ala di una farfalla o nella massiccia solidità di una montagna.
Questo potere invisibile è sacro e mitico ma sempre presente. La scienza è colpevole per aver cercato di ignorarlo, invece di provare a spiegarlo. Una vera Teoria del Tutto ci mostrerebbe come affrontare l’arte del vivere ai tre livelli della realtà con eguali poteri e sicurezze. I santi si impegnano per raggiungere quel punto, che è il vero significato dell’illuminazione.
Il mistero di Dio è dunque il mistero del mondo. La promessa fatta da Gesù di mostrare ciò che nessuna mente umana ha mai concepito è stata mantenuta nell’arco della nostra esistenza. Niels Bohr, il grande fisico danese, ha dichiarato che la fisica dei quanti non è più strana di ciò che pensiamo, ma è addirittura più strana di ciò che possiamo pensare. Ci troviamo quindi faccia a faccia con una delle credenze primarie dei mistici: tutto ciò a cui si può pensare è stato creato da Dio ed è reale da qualche parte (se non lo è in questo mondo, lo è di sicuro in un altro).
Lo spirito agisce fluendo dal livello virtuale a quello quantico e infine a quello materiale; tale caratteristica è comune a tutti i miracoli. Non si può comunque ignorare l’importanza della religione: la fede in Dio è infatti un modo di aprire le linee di comunicazione al di là del livello materiale, così come lo sono la preghiera e la speranza, perché la mente non può avere successo limitandosi a formulare i soliti pensieri. Se potrà mai esserci una scienza dei miracoli, avrà inizio con tutto ciò che è incomprensibile e affonda le sue radici nello spirito.
Finora abbiamo risolto solo in parte il mistero. Il mio sguardo si posa di nuovo sulla Grande Piramide di Cheope: questa volta però non la vedo come un imponente cumulo di sassi ma come un’idea, anzi, l’insieme di più idee. La prima è semplice audacia spirituale. Un tempo questa piramide era completamente rivestita di pietra calcarea bianca perché chi l’aveva costruita voleva che fosse più abbagliante del sole. Ed è proprio questo il punto: se non avessero voluto in qualche modo porsi allo stesso livello del dio Sole, quegli antichi così audaci non sarebbero stati altro che semplici formiche operaie. Tutto ciò serve a ricordarci che gli esseri umani aspirano da sempre a essere più che umani.
L’altro concetto che sta alla base della piramide è la meraviglia. I luoghi sacri ci dicono che noi siamo splendide creature che dovrebbero compiere splendide gesta. Tale convinzione è valida anche oggi: sono infatti trascorsi più di quattromila anni prima che una struttura, costruita su una spiaggia della costa orientale della Florida, potesse eguagliare la maestosità delle piramidi …
Il Vertical Assembly Building situato al Kennedy Space Center è abbastanza alto da poter contenere un missile lunare Saturn V, e ha proporzioni in grado di sconvolgere la nostra mente. Si innalza al centro di un paesaggio completamente piatto, e a noi sembra di essere vicini quando in realtà ci troviamo ancora a un paio di chilometri! Non sono però soltanto le sue dimensioni a colmarci di meraviglia. Questo edificio infatti è anche un concetto, l’idea che un giorno noi scopriremo le nostre origini e la nostra famiglia cosmica. Un tempo gli dei greci erano la nostra famiglia, insieme alle divinità indiane e allo Iehovah del Libro della Genesi. Si trattava di esseri cosmici, grazie ai quali abbiamo fatto risalire le nostre origini agli albori del cosmo.
Molto presto un razzo andrà a raccogliere la polvere interstellare, nella vaga e remota possibilità che contenga un solo microrganismo. Se un singolo batterio tornerà dallo spazio profondo, noi avremo trovato il nostro seme cosmico. Non si tratterà magari di un vero e proprio nucleo familiare, ma sarà pur sempre un inizio. I vecchi miti svaniscono, e quelli nuovi nascono nella nostra anima. Prometeo ci ha donato il fuoco, e adesso questi razzi sono il fuoco che noi restituiamo alle divinità. Rendiamo il dono e ci protendiamo per riscoprire appieno la nostra sacralità. Ma siamo davvero sacri? La risposta a tale interrogativo non si trova nella polvere stellare ma in noi stessi. I livelli più profondi del regno quantico sono il terreno comune dove le nostre braccia si allungano cercando di sfiorare Dio. Quando ciò accade, la meraviglia è doppia: ciò che tocchiamo è divino, ma è anche la nostra essenza.
Prima di procedere, vorrei presentarvi tre liste che riassumono il punto in cui ci troviamo. Non dovete impararle a memoria o studiarle: nelle pagine seguenti tratteremo in maniera chiara e semplice il loro contenuto. Mi sembra giusto fermarci ora a riflettere. Senza usare termini religiosi, abbiamo scoperto molte cose su Dio, fatti forse strani che non possono essere tradotti nella vita ordinaria. In ogni caso, non c’è dubbio che da questi semi potrà fiorire una visione completa di Dio.
REGNO VIRTUALE = SPIRITO
Nessuna energia
Nessun tempo
Niente limiti – ogni punto nello spazio è un qualsiasi altro punto
L’integrità esiste in ogni punto
Silenzio infinito
Dinamismo infinito
Infinitamente correlato
Potere organizzativo infinito
Potenziale creativo infinito
Eterno
Non misurabile
Immortale, al di là della nascita e della morte
Non causale
REGNO DEI QUANTI = MENTE
La creazione si manifesta
L’energia esiste
Il tempo inizia
Lo spazio si espande dalla sua fonte
Gli eventi sono incerti
Onde e particelle si alternano
Solo le probabilità possono essere misurate
Causa ed effetto sono fluidi
La nascita e la morte avvengono alla velocità della luce
Le informazioni sono avvolte nell’energia
REALTÀ MATERIALE = UNIVERSO VISIBILE
Gli eventi sono definiti
Gli oggetti hanno limiti precisi
La materia domina sull’energia
Tridimensionale
Percepibile dai cinque sensi
Il tempo scorre in linea retta
Modificabile
Soggetto a decadimento
Gli organismi nascono e muoiono
Prevedibile
Causa ed effetto sono fissati
tratto da “L’Avventura di un’Anima” di Deepak Chopra – Sperling & Kupfer Editori
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