Siamo così giunti a un’importante conclusione teorica: la democrazia costituzionale è esposta a costanti manomissioni dalle deformazioni della rappresentanza politica; inversamente, la democrazia politica rappresentativa non è solo limitata, ma anche garantita dalla democrazia costituzionale, e può essere preservata e rifondata solo dall’introduzione e dal rafforzamento di adeguate garanzie costituzionali e legislative. Quanto più si indebolisce il rapporto di rappresentanza, quanto più i rappresentanti si distaccano dalla società, tanto più essenziale diventa il paradigma costituzionale, cioè il sistema di limiti e vincoli, di separazioni e garanzie, idonei a impedirne la corruzione e la degenerazione burocratica e autoritaria. Non solo. Tutti i diritti fondamentali – non solo i diritti politici, ma anche i diritti civili, i diritti di libertà e i diritti sociali – sono non soltanto diritti individuali, ma anche poteri e contropoteri sociali in grado, oltre che di bilanciare e limitare i poteri della maggioranza, anche di assicurare effettività alla rappresentanza politica. Tra tutti i diversi diritti fondamentali, del resto, c’è un rapporto di sinergia, comprovato dall’esperienza storica: senza garanzie di indipendenza delle grandi libertà politiche non c’è sviluppo del senso civico e di una pubblica opinione in grado di valutare e responsabilizzare i pubblici poteri; senza garanzia dei diritti sociali, in particolare all’istruzione e all’informazione, i diritti di libertà e i diritti politici non sono esercitabili con cognizione di causa. Perfino lo sviluppo economico, come mostra la storia dei nostri paesi, dipende dalle garanzie dei diritti fondamentali: dei diritti di libertà, senza i quali non c’è controllo democratico sul corretto funzionamento delle istituzioni (È la nota tesi di A. Sen, Development as Freedom – 1999 – , trad. it., Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia, Mondadori, Milano 2000; Id., Globalizzazione e libertà, Mondadori, Milano 2002), e più ancora dei diritti sociali all’istruzione, alla salute e alla sussistenza, la cui garanzia non è solo fine a se medesima, ma forma anche il presupposto elementare della produttività individuale e collettiva; tanto che si può sicuramente affermare che la spesa per tali garanzie rappresenta il più efficace investimento produttivo.
Per questo, dopo i tanti tentativi falliti di indebolire il paradigma costituzionale, occorrerebbe oggi, in primo luogo, abbandonare ogni progetto di “grande” riforma costituzionale e mettere al riparo la Costituzione da nuovi colpi di mano delle maggioranze. Sarebbe necessario, a tal fine, rafforzare la rigidità costituzionale, attraverso una riforma dell’attuale articolo 138 in tre direzioni: a innalzando ai ¾ o quanto meno ai 2/3 dei componenti delle Camere la maggioranza qualificata richiesta per qualunque revisione; b sottraendo al potere di revisione, in accordo con la già ricordata sentenza costituzionale del 1998, i “principi supremi dell’ordinamento” – come il principio di uguaglianza e quello della dignità della persona, il divieto della guerra, la separazione dei poteri, la rappresentanza politica e tutti i diritti fondamentali – dei quali dovrebbero essere consentiti soltanto il rafforzamento e l’espansione; c limitando infine esplicitamente il potere di revisione con l’esclusione della possibilità di proporre riforme dell’intera Costituzione o di sue parti rilevanti e complesse, e la previsione, come è accaduto negli Stati Uniti, della sola ammissibilità di emendamenti di questa o quella singola e determinata norma costituzionale. Quest’ultima limitazione, del resto, dovrebbe già oggi essere considerata implicita nella natura del potere di revisione costituzionale: che è un potere costituito, che non può trasformarsi in potere costituente senza violare l’articolo 1 sulla decantata sovranità popolare e senza trasformare in un plebiscito il referendum costituzionale confermativo dell’articolo 138.
Non basta tuttavia, per la rifondazione della democrazia dopo venti anni di deriva populista e di declino dei valori costituzionali, la difesa della Carta del 1948. Il superamento della crisi attuale richiede lo sviluppo, a livello politico e sociale, di una cultura costituzionale e di una concezione della democrazia come sistema fragile e complesso di separazioni e di equilibri tra poteri, di limiti e garanzie, alternativa a quella della destra, oggi purtroppo egemone perché in gran parte condivisa anche da molti esponenti della sinistra. Richiede, in secondo luogo, che il nesso tra forma e sostanza della democrazia, che caratterizza il paradigma normativo della democrazia costituzionale, venga quanto più compiutamente realizzato attraverso la costruzione di un sistema di garanzie e di istituzioni di garanzia in grado di colmare la divaricazione, in questi anni diventata patologica, tra il “dover essere costituzionale” e “l’essere” effettivo del diritto e del sistema politico. Sotto entrambi questi aspetti, la battaglia per la democrazia è oggi, come sempre, una battaglia soprattutto culturale. In un duplice senso: nel senso che il nesso tra democrazia e Costituzione è un fatto culturale, oggi smarrito nel senso comune, e nel senso, più generale, che lo sviluppo della cultura è un fattore essenziale della costruzione della democrazia.
tratto da “Poteri Selvaggi” di Luigi Ferrajoli – Editori Laterza
Libri consigliati dello stesso autore:
La sovranità nel mondo moderno (2004)
Diritto e ragione. Teoria del garantismo penale (2008)
Principia iuris. Teoria del diritto e della democrazia vol. I, II e III – Editori Laterza
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Piero Mantero La Faccia Nascosta della Storia – Segno Edizioni
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Daniel Estulin L’Istituto Tavistock - Arianna Editrice
Tzvetan Todorov I nemici intimi della democrazia – Edizioni Garzanti
Stefano Zamagni Per una economia a misura di persona – Edizione Città Nuova
Stefano Zamagni Economia ed etica. La crisi e la sfida dell’economia civile – Ed. Città Nuova
Stefano Zamagni Avarizia. La passione dell’avere. I 7 vizi capitali – Editore Il Mulino 2009
Maurizio Viroli La Libertà dei servi - Editore Laterza
Ferdinando Imposimato La repubblica delle stragi impunite - Newton Compton Editori 2012
Lo Bianco-Rizza – Antonio Ingroia. Io So – Editore Chiarelettere, novembre 2012