La discesa di un Avatara viene a ricordare, agli enti planetari, il Principio divino trascendente rispetto al mondo.
L’Avatara, manifestandosi nel mondo su scala universale, agisce anche in modo particolare. Una semplice intenzione divina si trasforma, dalla “Sfera dell’Alto” alla “Sfera del Basso”, in una potenza che prorompe in ciò che i molti definiscono “miracolo”: il Cielo parla alla Terra con un piccolo atto, un insegnamento per “risvegliare” le coscienze. L’Avatara usa il “miracolo”, nell’ottica metafisica, per offrire la migliore delle opportunità.
Chi ha potuto “vedere” l’Avatara, cosa ha visto?
Chi ha visto l’Avatara, lo ha conosciuto?
Cosa hanno visto i molti?
I molti hanno visto una semplice “icona” in azione mistica, ma alcuni, un certo numero, hanno visto l’Alchimista e l’Alchimia manifestare la relazione con la Verità e il Sacro, la libera espressione dell’Armonia e della Bellezza, interiore ed esteriore, un “messaggio” elargito nei confronti di coloro che sono chiamati a comprendere per risvegliarsi, per risvegliare, per trasmettere senza interpretare: l’Avatara non si interpreta.
Chi lo ha veramente conosciuto, nei Suoi passi nella polvere del mondo, non ricorderà soltanto le Sue parole e i Suoi prodigi ma, soprattutto, la certezza trasmessa: la potenza di un’invisibile Armonia che lasciava trasparire, dietro la Sua immagine finita, per chi sacrificava con coraggio l’ego in quel momento, l’Infinito. L’Avatara, facendo ascoltare la Voce dell’Infinito, ravvivava le più profonde nostalgie delle Origini nella “Sfera dell’Alto”.
L’Avatara toccava le Anime disposte, nel tempo della manifestazione, a percorrere quel “sentiero del ritorno” dove i corpi di polvere sono estranei, e quindi separati dal Cielo.
In molti, senza rendersene conto, si sono ritrovati a sperimentare, anche se per un momento, l’Ekabhava, la consapevolezza dell’unità, perché Egli mirava ad innescare il carattere dell’unità nel devoto. Tanti i delusi per i “miracoli” disattesi (richiesti dall’ego) senza saper riconoscere il miracolo del seme impiantato per la futura liberazione (Moksa).
L’Avatara è molto di più di quello che i molti hanno potuto pensare, e oggi, dalla Sua Dimora Divina, con la “faccia” rivolta verso il mondo, gli enti planetari e i devoti, Egli osserva il Dharma-Karma che si manifesta per i tempi prossimi venturi.
tratto da "Alla Fonte - Cammino Esoterico", di Rosario Castello
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