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460. Roberto Assagioli (1888-1974) di Francesco e Gabriella Varetto

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Nel 1931 il Maestro D.K. (v. L’Anima della Storia, 287) iniziò un esperimento unico nel suo genere: selezionare un gruppo di discepoli sparsi nel mondo e preparati ad un servizio più efficiente verso l’umanità. risposero al suo invito in 45 e Assagioli fu uno di questi. Questo esperimento di iniziazione di gruppo durò alcuni anni e poi si interruppe, in quanto molti discepoli si rivelarono non ancora pronti per un servizio di quel livello. Però dette i suoi frutti. Gli insegnamenti del Maestro ai suoi allievi sono stati raccolti da Alice Bailey in due volumi molto preziosi di indicazioni personali e generali: Il Discepolato nella Nuova Era.
In questo testo i discepoli vengono presentati in modo anonimo e codificati in una sigla di tre lettere, ognuna delle quali è l’iniziale di una qualità su cui ognuno deve lavorare. Alice Bailey, per esempio, viene indicata con la sigla D.R.S. , cioè Detachment, Rest, Skill in action (Distacco, Riposo e Destrezza in azione); Foster Bailey è velato dalla sigla J. W. K-P, ovvero Joy, Wisdom, Knowledge of the Plan (Gioia, Saggezza e Conoscenza del Piano); Vera Stanley Alder, pittrice e autrice di numerosi volumi sulla Saggezza Antica, è L.D.O o Light, Detachment, Organization (Luce, Distacco e Organizzazione); Eugene Cosgrove, fondatore del Centro per Servitori del Mondo ad Asheville nel Nord Carolina e autore del libro La Scienza degli Iniziati, è I.S.G-L o Illumination, Stability, Group-Love (Illuminazione, Stabilità e Amore di Gruppo).
Molti discepoli hanno avuto un ruolo di minor dominio pubblico, per cui il loro nome non significa nulla per il lettore italiano. Vogliamo solo citare Regina Keller (R.S.U.) che, come abbiamo già detto nell’Animadella Storia, avrebbe dovuto diventare la continuatrice della Scuola Arcana al posto di Mary Bailey. Il discepolo più famoso, oltre Alice e Foster Bailey, è però senz’altro Roberto Assagiolo, velato dalla sigla F.C.D. o Freedom from ties, Chelaship, Detachment (Libertà dai legami, Discepolato e Distacco). Veniamo così a scoprire che Assagioli aveva un’Anima di 2° Raggio, una personalità di 4° Raggio, una mente di 1° Raggio, un corpo emotivo di 2° Raggio e un fisico di 7° Raggio. Ci viene rivelato che egli era un discepolo appartenente all’Ashram del Maestro K.H. e affidato al Tibetano per essere preparato al conseguimento della terza Iniziazione. Veniamo a conoscenza della sua più intima natura psicologica e spirituale, con tutti suoi pregi e difetti.
Come tutti i discepoli di 2° Raggio (Amore-Saggezza) aveva “l’amore come nota e la saggezza come guida. A te non necessita altro che fuoco” (A. Bailey: Il Discepolato nella Nuova Era II, 466 ed. ingl. Nuova Era); la sua qualità distintiva di “discepolo provato e degno di fiducia” era “l’intelligenza del cuore”, fatta di comprensione amorevole, empatia, modestia, buon umore ed evocazione delle qualità del cuore in chi entrava in rapporto con lui personalmente o tramite i suoi scritti. I difetti principali erano anch’essi quelli tipici del 2° Raggio: eccessiva identificazione con gli altri e con i familiari, che lo portava ad una profonda sofferenza dovuta a troppo attaccamento. Il Maestro lo riprese più volte su questo punto, sottolineando: “non appartieni più, fratello mio, alla tua famiglia. Tu appartieni all’umanità” (ibidem, 473).
Questa eccessiva empatia danneggiò la sua salute fisica, facendogli disperdere molte energie, che egli cercava di ricuperare con il sonno; anche su questo punto ricevette preziosi consigli dal Maestro: “Troppe ore di sonno esauriscono la vitalità. Il sonno rinnova il corpo stanco e lo rende idoneo al lavoro del giorno dopo, ma otto ore di sonno devono bastarti. La vera energia vitale deve venirti dall’Anima, non dal troppo dormire e questo ti è sicuramente chiaro perché dormi troppo e sei sempre stanco”. Ecco perché il concetto della volontà fu fondamentale per Assagioli: “È l’uso della volontà che conta per un discepolo, perché essa, se ben diretta, controlla la forza e il discepolo opera appunto nel regno delle forze”.
Cerchiamo di conoscere meglio il compito che questo discepolo ricevette dal Maestro e dalla Gerarchia Spirituale.

La Psicagogia

Roberto Marco Grego nacque a Venezia il 27 febbraio 1888 da genitori ebrei. Dopo due anni il padre morì e un anno dopo la madre si sposò in seconde nozze con il dottor Alessandro Emanuele Assagioli, che adottò con profondo affetto Roberto aiutandolo nei suoi studi e nei suoi viaggi. Per consentire a Roberto di studiare Medicina e Chirurgia la famiglia si trasferì a Firenze nel 1904, perché questa facoltà allora era considerata la migliore del Regno. La padronanza dell’inglese e del francese gli permise di viaggiare spesso all’estero, frequentando i maggiori psichiatri e psicologi dell’epoca, tra cui Jung, con il quale tenne una cordialissima corrispondenza, Buber, Maslow e Keyserling. Oltre ad essere un medico, Assagioli fu anche un fine umanista, dalla cultura vastissima, che ebbe contatti con Alice Bailey, Einstein, il poeta Tagore, lo scrittore James Joyce, il lama Govinda e il maestro zen Suzuki.
In un primo momento fu attratto da Freud (tanto da essere stato il primo a portare in Italia le sue teorie), poi però prese gradualmente le distanze da lui, in quanto “dava troppa importanza al lato inferiore e istintivo della sessualità e soprattutto alle sue aberrazioni”, alle quali egli contrappose le “manifestazioni superiori dell’amore”. Si trovò in disaccordo anche con il suo concetto di “rimozione”, al quale contrappose la “sublimazione” intesa come capacità profonda della psiche di trasformare le “cieche forze istintive in forze emotive più raffinate e spirituali”. Diversamente da Freud, e similmente a Jung, Assagioli considerò l’uomo e la donna come esseri strutturalmente sani, nei quali occasionalmente si inserisce una disfunzione psicologica che causa malattie fisiche e psichiche, le quali però possono essere curate con una maggiore coscienza interiore.
Per sottolineare che i problemi materiali della vita potevano essere superati “esplorando le vette più luminose della propria Anima”, nel 1909 diede alla sua teoria il nome platonico di Psicagogia (metodo per guidare lo sviluppo della personalità), per indicare da un lato il carattere pratico della purificazione e dall’altro la necessità dell’educazione integrale della psiche. Nel 1910 si laureò in medicina con una tesi sulla psicanalisi di Freud e l’anno successivo fondò la rivista Psiche, il primo periodico di psicologia a carattere divulgativo, che portò avanti per cinque anni.
La Prima Guerra Mondiale interruppe la sua attività, costringendolo a prestare servizio militare come ufficiale medico. Terminata la guerra sposò Nella Ciapetti, dalla quale ebbe un figlio. Trasferitosi a Roma fondò nel 1926 l’Istitutodi Cultura e Terapia Psichica, che in seguito fu chiamato “Istituto di Psicosintesi”. Parlando in lingua inglese presentò ufficialmente a Roma la Psicosintesi come “nuovo metodo di cura”, per rendere l’essere umano consapevole di se stesso e degli altri, e per realizzare la vera educazione come evocazione di potenzialità.
Nel 1931, come abbiamo detto, iniziò sul piano soggettivo la sua esperienza nel Gruppo di Servizio del Maestro D.K., che durò fino al 1948. Nel 1932 conobbe Alice Bailey, in vacanza ad Ascona nel Ticino, che così lo descrive: “Incontrammo colà il dottor Assagioli, nostro rappresentante in Italia (della Scuola Arcana, NdA) per molti anni, e quel rapporto e i molti anni di collaborazione furono un aspetto felice e importante. Era medico specialista del cervello a Roma, e quando lo conoscemmo era considerato anche uno psicologo di fama europea. È un uomo dal carattere di rara bellezza. Quando entrava in una stanza le sue qualità spirituali ne segnalavano la presenza. Frank D. Vanderlip nel suo libro ‘What Next in Europe’ ne parla in modo eccellente. Lo chiama il moderno S. Francesco d’Assisi e afferma che la mattina che trascorse con lui segnò il massimo livello del suo viaggio europeo” (A. Bailey: Autobiografia Incompiuta, 176-7, Nuova Era).
Nel 1935 il Maestro D.K., per indirizzarlo nel suo lavoro, gli comunicò la seguente istruzione: “Ti appresti a manovrare uomini, a guidare aspiranti in quella costruzione della Nuova Era che impegna i Grandi Esseri. Impara a discriminare, a comprendere, a scegliere bene, mediante esperimenti, fallimenti, successi. Tutti gli uomini sono anime. È vero, ma non tutti sono pronti per il servizio disinteressato. Il giudizio sicuro è la qualità che ti occorre nel valutare gli uomini. Per il lavoro che intendi attuare non cercare chi è dolce, mite, gentile e tenero, perché tante ottime persone sono spesso pigre e poco intelligenti. Cerca quelle anime forti che, rispondendo al grido dell’umanità e reagendo all’amore (che tu diffondi in abbondanza), sono anche capaci di pensare con vigore, sono decise nel progettare, conseguenti nell’attività e non si perdono in belle visioni. Il mistico visionario percepisce l’ideale ma (non usando la mente) non trova il compromesso fra le idee meravigliose concretabili in un lontano futuro e il periodo attuale di gravi necessità. Cerca chi magari non ti rassomiglia nella qualità di 2 ° Raggio, ma ti si offre con confidenza e amore perché riconosce la tua saggezza, s’accorge del tuo vincolo interiore con la Gerarchia e si appoggia alla tua esperienza e forza d’animo. Non attrarre dunque chi è dolce ma fiacco e debole, chi ha buone intenzioni ed è gentile ma inefficace. Cerca quelle anime forti mediante le quali devi lavorare. Cerca chi può cooperare al Piano” (A. Bailey: Il Discepolato nella Nuova Era I, 145 ed. ingl. Nuova Era).
Nel 1938, a causa delle ostilità del governo fascista, l’Istituto fu costretto a chiudere, e riaprì solo nel 1946 a guerra finita. Nel 1940 fu arrestato e tenuto in carcere, in stato di isolamento, per un mese a causa delle sue posizioni pacifiste e umanitarie. In seguito Assagioli, nei suoi appunti Libertà in prigione, riferendosi a questa esperienza la definì un proficuo periodo di crescita interiore. Liberato, dovette però darsi alla macchia per diverso tempo insieme al figlio Ilario che, già ammalato di tubercolosi, peggiorò sempre di più fino a morire. Per Assagioli fu un colpo tremendo e ne fece una malattia, tanto da giustificare il richiamo del Maestro come abbiamo visto all’inizio del capitolo.

La Psicosintesi

Finita la guerra Assagioli e la moglie tornarono a Fierenze, dove acquistarono una villetta in Via S. Domenico (attuale sede dell’Istituto di Psicosintesi) che divenne un centro culturale e spirituale molto frequentato. Si sa che fissarono la loro sede in quella villa la Società Teosofica (la moglie e la madre erano teosofe) e l’Unione Italiana per l’Ebraismo Progressivo, anche se Assagioli ebbe massima cura nel tenere ben separati gli interessi spirituali da quelli psicologici e terapeutici.
Riaprì l’Istituto e iniziò a tessere una fitta rete di relazioni internazionali presentando in convegni e conferenze la Psicosintesi che, come egli stesso scrive, “è un’idea proveniente dal piano intuitivo, che si è poi rivestita di materia mentale superiore” (R. Assagioli, presentazione della Psicosintesi a Valny nel 1958). Egli mise in risalto che la Psicosintesi non doveva essere vista come una particolare dottrina psicologica, portatrice di una nuova formulazione tecnica. Essa poteva essere considerata secondo i vari campi di attività con cui era usata:
1 Come un metodo di sviluppo e di autorealizzazione psico-spirituale per coloro che sono decisi a diventare “signori di se stessi” e padroni della propria vita.
2 Come un metodo di cura per malattie e disturbi psicologici e psicosomatici.
3 Come un metodo di educazione integrale, che tende non solo a favorire lo sviluppo delle varie attitudini del fanciullo e dell’adolescente ma anche ad aiutare a scoprire la propria vera natura spirituale e a costruire, sotto la sua guida, una personalità autonoma, armonica ed efficiente.
Come si vede la Psicosintesi è scientifica e spirituale nello stesso tempo. Assagioli sviluppò un percorso in sette punti, attraverso il quale l’uomo poteva arrivare alla conoscenza e all’identificazione con Se stesso:
1 La disidentificazione.
“Io ho delle emozioni, ma non sono le mie emozioni … Io ho dei desideri, ma non sono i miei desideri … Io ho una mente, ma non sono la mia mente …”.
Essa implica il distacco emotivo e il discernere fra i desideri che ci spingono e l’io li osserva, facendo uso dell’aspirazione che ha il potere di indirizzare il desiderio e le emozioni verso l’alto, ossia verso lo Spettatore (distaccato dai contenuti della coscienza del momento che deve rimanere libera da ogni influenza).
2 L’io o principio dell’autocoscienza, proiezione del .
L’energia spirituale è troppo potente da sostenere in modo diretto, così la natura ha posto un intermediario che ci permette di cogliere il Sole anche attraverso le nubi psichiche. L’io è diverso dalla personalità. Questa è l’insieme delle caratteristiche personali, attraverso le quali l’io si esprime. Il secondo passo è quindi quello di identificarsi con l’io o osservatore interno per distinguere le notevoli esigenze e i contrasti della personalità, imparando a smascherarne i condizionamenti.
3 La volontà.
Questa è l’energia che si sprigiona dall’io, traducendo in azioni le sue intuizioni e manifestandole nel mondo come una presenza dinamica e attiva. Il “saper volere” è un’arte sottile e difficile ma essenziale. “La volontà ha una funzione direttiva e regolatrice; rimette in equilibrio e utilizza costruttivamente tutte le altre attività ed energie senza reprimerne nessuna” (R. Assagioli: L’Atto di Volontà, 16. Astrolabio).
4Il modello ideale.
I modelli imposti dall’esterno non funzionano, anche se sono bene articolati. Un movente è tale, cioè “muove”, solo se nasce dall’interno, da un’idea, e si traduce in un atto creativo, che sostituisce un modello umano precedente con uno superiore.
5 La sintesi.
È una operazione quasi magica, un’alchimia che consente di unificare gli opposti in una nuova realtà. Il modo per riuscirci è quello di staccare la coscienza dai due poli per cercare il punto superiore, unificante ed equilibrante. Riprendendo Platone, Assagioli definì l’amore come “la ricerca dell’intero”. La sintesi è questa ricerca dell’intero che supera ogni dualità con la creazione di un triangolo, ossia una nuova unità più alta, ampia e inclusiva.
6 Il supercosciente.
Assagioli chiamò “trans personale” ciò che comunemente viene chiamato “spirituale” e che oltrepassa i confini della personalità. Definì la Psicosintesi “Psicologia trans personale” che indaga nel super-cosciente, al di sopra della coscienza ordinaria. Dal super-cosciente “provengono le intuizioni e le ispirazioni superiori, artistiche, filosofiche e scientifiche; le creazioni geniali, gli imperativi etici; gli slanci all’azione altruistica; gli stati di illuminazione, contemplazione, estasi. Ivi risiedono, allo stato latente e potenziale, le energie superiori dello Spirito, le facoltà e i poteri supernormali di tipo elevato”. (Da non confondere con le facoltà medianiche, che appartengono ai poteri psichici inferiori); in sintesi tutte quelle manifestazioni che hanno un valore qualitativo superiore a quello della coscienza normale.
7 Il Sé transpersonale.
È il sole interno e la vera sostanza del nostro Essere. “Se si sapesse che vi è un grande Saggio dotato di elevati poteri spirituali, un Saggio amorevole e disinteressato, sorgerebbe certamente in noi il desiderio di parlargli, di chiedergli consiglio e aiuto … Ebbene, un simile Saggio, un simile Maestro esiste, è vicino, anzi presente in ognuno di noi. È l’Io superiore, il Sé spirituale” (R. Assagioli: Lo sviluppo transpersonale, 9. Astrolabio). In altri termini: “il primo Maestro è l’Anima”, scintilla divina “emanata dalla Grande Fiamma Centrale”.

Il “Diagramma Uovo”

Una volta precisato il percorso, Assagioli sintetizzò la costituzione dell’uomo in un modello di coscienza che chiamò il “diagramma uovo”. Per spiegare la psiche, egli disegnava un uovo diviso in tre settori e con al centro l’Io o Sé cosciente:
1 L’inconscio inferiore o “cantina”, che comprende quelle attività psichiche che dirigono la vita del corpo, gli istinti, le basse passioni, i complessi, i sogni, le medianità e le manipolazioni di basso psichismo.
2 L’inconscio medio, dove avviene l’elaborazione delle esperienze, la progettazione delle attività future e dove risiede l’archivio della memoria.
3 L’inconscio superiore o “attico”, la regione da dove vengono le intuizioni più elevate, le ispirazioni artistiche, filosofiche, scientifiche e creative in genere, gli slanci altruistici e le esperienze mistiche.
4La coscienza di veglia, ossia la parte della personalità di cui siamo direttamente consapevoli.
5 L’Io o Sé cosciente, centro della nostra coscienza, responsabile di tutti i cambiamenti della stessa.
6 Il Sé transpersonale o “stella”, che corrisponde al concetto tradizionale di Anima o Angelo Solare.
7 Il campo dell’inconscio collettivo, nel quale ognuno di noi è immerso.

Nel 1958 negli Stati Uniti si costituì la Psychosynthesis Research Foundation, seguita da altre numerose iniziative in Svizzera, Austria, Francia e Inghilterra. Nel 1963 collaborò, insieme a Giuseppe Filipponio, alla creazione della rivista Verso la Luce. Per tenere distinta la Psicosintesi dall’esoterismo assunse lo pseudonimo di “Considerator” col quale firmò una serie di articoli, i più significativi dei quali furono raccolti nel libro Le Vie dello Spirito (edito da Giuseppe Filipponio).
Fondò anche gruppi di Meditazione, per i quali preparò del materiale su cui studiare e lavorare: sei dispense trimestrali (per un periodo di due anni), per la Meditazione Nuova Era e due dispense per la Meditazione Creativa per il terzo anno. Organizzò anche congressi internazionali di meditazione a Firenze, Capolona, Ghion, Montreaux e Oijai. Nel 1967 si costituì ufficialmente il primo centro italiano di Psicosintesi a Roma, seguito poco dopo dai centri di Bologna, di Perugia e di molti altri in Italia e all’estero.
All’alba del 23 agosto 1974 Assagioli terminò il suo “giardinaggio spirituale”, cosciente di aver tradotto in termini psicologici una grande visione spirituale e un preciso metodo di auto-realizzazione che era ormai pronto per essere diffuso nel mondo.

Componenti del “Diagramma Uovo”:
1
Inconscio Inferiore
2 Inconscio Medio
3 Inconscio Superiore o Supercosciente
4 Campo della Coscienza
5 Io Cosciente
6 Io o Sé Superiore
7 Inconscio Collettivo.

tratto da “La Storia nascosta” di Francesco e Gabriella Varetto – Edizioni Synthesis

 

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