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420. L’Iniziazione al Cigno Solare di Swami Veda Bharati

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La mente indiana conserva da tempo immemorabile – come molte altre culture – un indistruttibile e intimo rapporto con surya, il sole. Qui, volutamente, non traduciamo la parola “surya” con “sole” per via della generale limitatezza umana che costringe la mente ad associare certe parole a certe forme, rifiutandosi con ciò di innalzarsi a qualsiasi livello che sia più ampio della limitazione imposta da tale associazione. Se la parola “surya” venisse tradotta con “sole”, tutti i suoi significati spirituali, che sono più profondi, verrebbero appannati, oscurati. L’intimo significato di surya risulterà chiaro verso la fine della personale ricerca spirituale.
Il termine surya ricorre nei Rigveda 421 volte. La parola savitr (generatore), uno dei tanti nomi di surya, ricorre 174 volte. Ciò vuol dire che poco più del 15 per cento del Rigveda è dedicato a surya, senza contare gli inni alla usha (alba) che rappresenta l’aurora spirituale. il più famoso degli inni a surya è la famosa gayatri, parola che significa:
·    guida e protettore dei prana,
·    colei che protegge quando viene cantata.

Nota anche come savitri (colei la cui divinità è savitr), essa fu rivelata al saggio Vishvamitra e ricorre otto volte nelle principali samhita (I testi nella forma in cui sono stati recitati a memoria per migliaia di anni) vediche. Numerose incarnazioni della parola emanano, come i raggi dal sole, dalla gayatri.
Nelle Maha-Narayana Upanishad, per esempio, si possono leggere 19 versioni della gayatri dedicate a diverse forze spirituali, come Rudra e Maha-lakshmi. Vengono comunemente recitate 24 fondamentali gayatri di diversi ishta devata, ma ce ne sono molte altre. I rituali della preghiera quotidiana (nitya karma) devono comprendere offerte di acque profumate (arghya). Naturalmente la preghiera della meditazione quotidiana del mattino, del pomeriggio e della sera (san-dhya) è imperniata sulla recitazione della gayatri.
Sono numerosi i testi che magnificano surya e ne spiegano i misteri: per esempio, i Surya-purana, le Surya-gita e le seguenti Upanisad: Hamsa, Arunika, Mahanarayana, Mandalabrahmana. La lettura di questi testi, assieme agli inni vedici, spiega il significato di surya: solo se comprendiamo chi adoriamo possiamo capire il significato della forma di adorazione.
Surya è anche strettamente associato a Visnu o Narayana, l’Essere Conservatore che giace in Contemplazione Cosmica sul Serpente del Residuo sulle Acque della Dissoluzione. In molte preghiere rituali recitiamo:
“dhyeyah sada savitr-mandala-madhya-varti narayanah”:
su Narayana si deve sempre meditare, abitando nel centro della sfera del sole”.
I Mille Nomi di Visnu (Visnu-sahasra-nama) possono anche essere recitati visualizzando surya e Visnu come una sola entità. La venuta di Visnu che percorre l’intero universo in tre passi (Rigveda I. 22.20) è stato spiegato dagli acarya in rapporto al conferimento a surya del potere di rimuovere le tenebre in tre passi e indica le illuminazioni che si ricevono nei centri di terra-cielo-paradiso dei cakra quando la consapevolezza della persona sale. Surya è spesso identificato con il prana e risiede nella surya-nadi, il canale solare che è susumna, la corrente centrale della kundalini.
In quanto sinonimo di prana, surya è il guaritore di tutte le malattie.
Nell’adorazione delle divinità astrologiche (navagraha-puja) è reso a surya il primo onore con il mantra
“a krishnena rajasa …” (RV. I 35.2).
Il testo intitolato Rig-vidhana (I.93) del saggio Shaunaka afferma che chi medita su surya con questo mantra vivrà una lunga vita senza malattie. Ciò non solo trova applicazione nell’ayurveda, ma schiude importanti dimensioni nella pratica dello yoga, come il surya-namaskara che è eseguito con specifici ritmi di respiro in omaggio alle 12 manifestazioni del sole (aditya). Coloro che hanno praticato il surya-namaskara con la respirazione ritmica e con questi mantra dodici volte al giorno, è noto che sono vissuti fino a 100 anni.
Un altro aspetto dell’intimo rapporto spirituale con surya lo si incontra negli onori resi alle dinastie solari (surya-vamsha), per esempio in quelli riservati alle dinastie reali dell’India e del Giappone. Cosa significa essere della dinastia solare? Nel testo dedicato all’esaltazione degli Atti della Madre Divina (Devi-mahatmya), a Re Suratha venne assicurato il beneficio di esser nato da surya e di diventare Savarni, il prossimo Manu. Cosa significa nascere da surya? Di nuovo, anche il prossimo Buddha è maitreya, discendente di Mitra, che è un altro nome di surya. Non possiamo rispondere in dettaglio a tutte queste domande in un breve capitolo – possiamo solo tentare qualche accenno.
La prima parola del gayatri-mantra, “Quello” (tat), è una parola chiave della conoscenza spirituale (brama-vidya). È anche reperibile nella Grande Proposizione Vedantica (maha-vakya) “Tu Sei Quello” (tat tvam asi). Messe insieme, la prima parola della gayatri e del maha-vakya significano: “La luminosità sulla quale meditiamo è identica a ‘Ciò che tu sei’”.
Quest’interpretazione è rafforzata nel mantra fondamentale con cui il guru (colui che rimuove le tenebre) è venerato nel guru cakra:
akhanda-mandalakaram …
colui che mi ha mostrato tat-padam: affermazione espressa con la parola “quello”.
Nello yoga kundalini, che è la stessa cosa dello Sri-Vidya, il secondo dei tre loka – le sedi dei livelli di luce – è noto come surya-loka, o mondo solare. L’iniziazione (yogadiksha) al surya-loka prepara l’individuo ad ascendere al chandra-loka, o mondo lunare, al regno al di là dell’ajna-cakra in cui la luce non brucia più ma raffredda. Quando surya-nadi esplode attraverso questi loka col processo di “penetrazione del Punto” (bindu-vedhana) e fa esplodere l’intera forza vitale attraverso il cakra dei mille petali, lo yogi viene chiamato “colui che è esploso attraverso il globo del sole” (surya mandala-bedhin). Poi, come Arjuna nella Bhagavad-Gita (XI.12), si vede la luce dei mille soli. Allo stesso modo nella surya-gita ad Aruna, l’auriga del sole, viene insegnata la brahma vidya per mezzo di surya con realizzazioni simili. L’intero processo viene spiegato in grande dettaglio nella Mandala-brahmana-Upanisad e nella Maha-narayana Upanisad; più sommariamente nella Hamsa Upanisad dove ancora una volta la suprema luce, in quanto suprema hamsa, splende dello splendore di dieci milioni di soli:
parama-hamso bhanu-koti-prakashah …
Il segreto di surya è contenuto nello hamsa-mantra che traduciamo qui di seguito. Surya nella forma hamsa – il cigno con le ali aperte che viaggia lungo i cieli del respiro, del prana e del surya-nadi – guida il sadhaka dalle superfici più esterne alla più profonda interiorità. Secondo il Rig-vidhana (II. 67) di Shaunaka, colui che negli ultimi momenti della vita esegue il japa, ossia la ripetizione dell’hamsa-mantra, va nel regno eterno del brahman. Non c’è da meravigliarsi se, mentre si prepara ad abbandonare il proprio corpo, Bhishma è visitato dagli hamsa, e nel primissimo verso del Re degli Inni (stava-raja) (Mahabharata, Shantiparvan, 47. 38) si rivolge a Krishna come a “colui il cui è il sole” (suryatman):
tasmai suryatmane namah
prostrazioni al Sé del Sole.
Queste verità possono essere conosciute per esperienza solamente nelle tradizioni iniziatiche. I custodi della surya-vijnana (il ramo della scienza solare di più alto livello) in grado di far arrivare ai discepoli un raggio del sole vivente e cosciente si possono contare – forse – sulle dita di una mano.
Quelli qualificati a ricevere tale conoscenza sono probabilmente anche meno. Coloro cui tale conoscenza è concessa sono i “figli del sole” e ascendono al moksha – la liberazione – per grazia del guru. Nel frattempo le offerte rituali giornaliere (arghya), gli esercizi di hatha yoga come il surya-namaskara (posizioni del saluto al sole) e il mantra-japa con tutti i passaggi complessi nella savitri-sadhana (sadhana della gayatri), sono le preparazioni iniziali destinate a coloro che aspirano a quella conoscenza.

Lo hamsa-mantra
Hamsah shuchi-Shad vasur antarikSha-sad
Hota vedi-Shad atithir duroNa-Shat
Nr-Shad vara-sad rta-sad vyoma-sad
Ab-ja go-ja adri-ja rtam brhat
.
(Rig-veda samhita IV.40.5; Vajasaneyi X.24; XII.14;
Taittiriyasamhita I.8.15.2; IV.2.1.5; Taittiriyaranyaka X.10.2)

Hamsa, il cigno-sole del prana
che ha casa nella purezza
habitat degli esseri
entità che è tutti i tesori
persistente negli spazi dell’eterna visione
sacerdote che versa oblazioni
siede nell’altare del fuoco
ospite mendicante in perenne peregrinazione
soggiorna nella casa
abita dentro gli umani
occupa la sede dei benefìci
sua dimora sono le verità eterne
l’intero spazio è il luogo della sua meditazione
nato dal fluire delle acque
progenie di parola eternamente ispirata
figlio della montagna
lo splendidamente esteso
legge universale degna di Brahma
la vera verità in sé,
Hamsa!

 

In breve, in ogni respiro si afferma hamso’hamso’ham …
Io sono Quello: io sono hamsa il cigno del sole; so’ham, io sono Quello.

tratto da “Kundalini La potenza del Risveglio Spirituale
di Swami Veda Bharati – a cura di Daniele Belloni – Mimesis Edizione

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