Presentiamo con molto piacere, di seguito, il pensiero di Swami Virananda Saraswati sullo Yoga, sulle iniziative imminenti, sulla attualità dello Yoga e sulla necessità di contrastare gli “stili” delle sciocchezze che si son visti pullulare in ogni dove. Condividiamo pienamente le opinioni espresse dallo Swami e per quanto fatto lo ringraziamo sinceramente.
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“Lo Yoga non può essere visto e vissuto come una serie di asana di cui beneficia il corpo, ma deve tornare a essere la disciplina spirituale che era in origine. L’obiettivo dello Yoga non è il benessere fisico ma l’evoluzione e la crescita spirituale” spiega Swami Virananda Saraswati, responsabile dell’attività didattica del Centro Yoga Satyananda Vidya Ashram, iniziato karma sannyasin da Paramhansa Satyananda, nel 1984.
Per questo è nata L’Università dello Yoga che affianca e amplia l’attività del Centro.
A lui chiediamo di raccontare questa nuova iniziativa.
Dunque: perché una Università dello Yoga?
L’iniziativa è stata sollecitata da diversi stimoli. Il primo è stato quello di dare corpo a una idea espressa da Paramhansa Niranjananda nel corso del Festival dello Yoga che si è tenuto a Venezia nel maggio 2006: Vivere lo yoga. Quindi nasciamo per formare persone che vogliono vivere lo Yoga non solo nelle due ore settimanali che passano in un centro, ma nella loro quotidianità. Lo Yoga è una scienza di vita e come tutte le scienze deve essere insegnata e imparata. Il secondo stimolo è stato quello di reagire a una moda che vede nascere gli stili di Yoga più impensabili. Vogliamo rilanciare la tradizione, vogliamo rilanciare lo Yoga basato sui testi antichi della filosofia Samkya, delle Upanisad, della Bhagavad Gita, degli Yoga Sutra, dell’Hatha Pradipika.
Il terzo stimolo è quello di riportare nello Yoga la centralità del Maestro. Non un maestro qualsiasi ma il Guru, quell’uomo “pesante” /questo è il significato vero del termine Guru) che è in grado di portare la Luce, quella fiaccola che gli è stata consegnata dal suo Guru, quindi ristabilire la tradizione “parampara”, quella catena dei Maestri che ha consentito allo Yoga di arrivare ai nostri giorni pressoché intatto.
Il quarto stimolo è quello di cercare di contrastare, con una iniziativa seria che si affianca ad altre iniziative serie, il proliferare di scuole che si improvvisano come formatori di insegnanti.
Che stile di yoga insegnerete?
Il nostro modello di riferimento è il Metodo Satyananda. Lo insegniamo dal 1986 con crescente successo ed entusiasmo, e appartiene alla tradizione “parampara”: da Sivananda a Satyananda a Niranjananda. I nostri programmi di base sono fondati sulle indicazioni e direttive date da Paramhansa Niranjananda e dalla Bihar School of Yoga di Munger.
In cosa consiste il Metodo Satyananda?
Il Metodo Satyananda è un metodo di Yoga integrale che prende in considerazione l’intera personalità dell’uomo. Non solo l’aspetto fisico o quello psichico ma tutti gli aspetti che formano la personalità individuale. Questo metodo consente una crescita equilibrata dell’individuo dal punto di vista fisico, mentale e spirituale. il Metodo Satyananda insegna le asana, il pranayama, le tecniche di meditazione e di rilassamento e insegna a integrare tutte queste tecniche in un percorso di elevazione globale della personalità.
Pensa che tutto ciò possa servire in un periodo di crisi come questo?
Lo Yoga è sempre stato oggetto di studio da parte del mondo occidentale e in questi ultimi anni, dal punto di vista scientifico, è stata messa in evidenza la sua validità come strumento utile per affrontare sotto il profilo terapeutico i problemi tipici del nostro mondo e del nostro tempo: l’ansia, lo stress, le malattie psicosomatiche e le dipendenze di vario tipo. Non lo si considera più una disciplina che guarda soltanto al fisico come strumento per scoprire lo spirito utilizzando la mente e la sua capacità di introspezione, ma come una vera e propria “scienza dell’essere”, una filosofia che, per elargire i suoi doni, deve essere inserita nella quotidianità degli individui. Gli studi effettuati ripropongono la validità più antica che vede nello Yoga uno stile di vita e non solo una serie di tecniche finalizzate al conseguimento del benessere psicofisico e spirituale.
Cosa pensa dei diversi stili di yoga?
Penso che creino solo confusione nelle persone. Sono legato, da sempre, alla tradizione che riconosce un numero limitato di stili e di Maestri. Nei nostri corsi di formazione illustriamo questi stili e queste tradizioni antiche perché è giusto che un insegnante abbia una visione completa dello yoga, non solo del metodo Satyananda. Ma di fronte a certe rivisitazioni il mio consiglio è quello di stare attenti perché in alcuni casi sono pericolose per il fisico e dannose per la mente.
Cosa intende per rivisitazioni?
Oggi, molti insegnanti s’inventano uno stile personale mettendo insieme diverse discipline, stili e tradizioni. Il risultato non sempre è ottimale. Bisogna sempre tener presente che lo Yoga è una scienza esoterica, che lavora sul fisico per modificare il mentale; è un’alchimia che può essere padroneggiata solo dai Veri Maestri, non dagli apprendisti stregoni. Quindi, se si vuole essere certi dei risultati e non andare incontro a nuovi problemi è sempre meglio rivolgersi a una scuola tradizionale e qualificata.
tratto da “Vivere lo Yoga” n°52, Bimestrale settembre/ottobre 2013