Termine | Definizione |
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Sincretismo |
il termine deriva dal greco “synkretismos” e diffuso con Plutarco col “De fraterno amore” e successivamente, in forma latina (“sincretismus”), con Erasmo da Rotterdam, nella lettera a Filippo Melantone (22 aprile 1519) in cui indicava le tendenze eclettiche e conciliatrici tra scuole di pensiero diverse (dando il senso di “mescolamento”). Il Sincretismo non è affatto una “Sintesi” come in molti vorrebbero far credere ma un modo esteriore di raccogliere elementi dalle varie dottrine e riunirli insieme senza che se ne possa ricavare una vera comprensione se non un senso vago di qualcosa di importante che si vorrebbe far presente. Nel Sincretismo non si ottiene, dagli elementi giustapposti, una visione profonda unificatrice. Ogni elemento raccolto non offre che significati del tutto separati da quel Principio a cui vorrebbero riferirsi. Il Sincretismo non solo favorisce la critica contro ogni ispirazione sovramundana ma favorisce anche la contraffazione della Tradizione Primordiale. Possiamo tranquillamente affermare che la “Sintesi” esclude ogni “Sincretismo” proprio in funzione della sua stessa natura. La “Sintesi”, tradizionalmente parlando, è quel qualcosa di immediato che irrompe senza l’ausilio di una specifica analisi perché parte dai Princìpi (dal vero dominio interiore). La parola “Sincretismo” viene spesso usata a sproposito nei vari ambiti del sapere spirituale. Un vero aspirante alla sophia perennis deve prepararsi a saper riconoscere la Verità Una in dottrine differenti senza scadere nel Sincretismo. |