L’ente-discepolo, nella propria Sadhana, si libera di ciò che lo appesantisce e lo ostacola, sacrifica tutte le sovrapposizioni che lo separano dalla Vetta, perché egli sa che la Vetta è la “posizione coscienziale” in cui il finito incontra l’Infinito, il sottile il grossolano, il personale l’impersonale, l’individuale l’Universale.