Il Centro Paradesha (www.centroparadesha.it) vuol far pensare ad un “Luogo” caratterizzato dalla Pace e dalla Felicità, non soggetto allo scorrere del tempo, ad un luogo “Utopico” che non significa irreale o inesistente ma “oltre il tempo e lo spazio”. Vuol indicare un percorso di risveglio e di realizzazione spirituale. Indica la direzione e il percorso con le sue diverse “forme” di possibilità.
In sanscrito Paradesha è il “Paese Supremo”, termine che è stato occidentalizzato con l’iranico “pairidaeza”, composto da “pairi” che significa “attorno” e “diz” che significa “creare”.
Il Centro Paradesha con il termine “Paradesha” vuol far comprendere che il pensiero di “paese o contrada suprema”, o “giardino in eden” è innanzi tutto uno “stato di beatitudine” dato dal risveglio spirituale di uno “stato di coscienza” tale da non poter essere descritto con parole udibili: si sperimenta; “È” e basta. È lo stato in cui si viene a conoscenza dell’”Albero della Vita” ma anche dell’”Albero del Bene e del Male”. È lo stato della “Visione beatifica”.
Ci si avvicina, allo “stato di Paradesha”, dapprima con gerarchiche visioni intuitive per poi improvvisamente “vedere” la stessa divina essenza mostrarsi, apertamente. Il corpo della pineale, investito dalla luce, ha avviato la sua funzione originaria: ora è in grado di “ascoltare” e “vedere” la Divina Realtà Spirituale. Il “risveglio” autentico e completo è segnato dalla splendente “funzione” dell’Hridaya Chakra. Lo Yoga dell’Hridaya Chakra è lo Yoga dei Rsi (i Saggi, i Veggenti; coloro che hanno realizzato la Conoscenza; coloro che hanno “udito” la Tradizione – la Sruti – ).
Il posizionamento dell’Ente umano, con l’esperienza dello stato di coscienza di “Paradesha”, assume una nuova dimensione, nuove infinite possibilità quale quella di poter accedere al “Luogo” di “Paradesha” (Shambhala), alla Terra dei Beati.
Esistono “luoghi” reali che non hanno una connotazione descrittiva e materialistica ai quali l’uomo ordinario (non risvegliato) è portato a pensare.