“Generalmente l’iniziazione comporta una triplice rivelazione: quella della morte, quella del sacro e quella della sessualità. Il fanciullo ignora tutte codeste esperienze; l’iniziato le conosce, le assume e le integra nella sua nuova personalità. Si aggiunga che il neofita muore alla propria vita infantile, profana, non rigenerata, per rinascere ad una nuova esistenza santificata: rinasce anche ad un modo di essere che gli rende possibile la conoscenza, la scienza. L’iniziato non è soltanto un nuovo nato, un resuscitato: è anche un uomo che sa, che conosce i misteri, che ha ricevuto delle rivelazioni di ordine metafisico. Durante l’apprendistato nella boscaglia egli impara i segreti sacri: i miti riguardanti gli dei e l’origine del mondo, i veri nomi degli dei, l’uso e l’origine degli strumenti rituali impiegati nelle cerimonie di iniziazione. L’iniziazione equivale alla maturità spirituale ed in tutta la storia religiosa dell’umanità troviamo sempre questo tema: l’iniziato, colui che ha conosciuto i misteri, è diventato colui che sa”.
Mircea Eliade nel suo saggio Il sacro e il profano