“Quella del 5 luglio 2012 è una data da ricordare. Per la prima volta il Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha approvato a Ginevra una risoluzione a difesa della libertà su Internet (www.internetdeclaration.org). Il documento, osteggiato da Cina, Russia e India, condanna la censura, promuove l’accesso universale a reti veloci e affidabili, condanna il blocco delle nuove tecnologie, protegge la privacy e chiede che il web rimanga un sistema aperto dove ognuno possa collegarsi, comunicare, scrivere, leggere, guardare, parlare, ascoltare, imparare e creare.
Tutto chiaro, ma la realtà è lontana anni luce. Soprattutto ciò che in rete aggrega e informa (blog e social network) è sotto attacco in molte parti del mondo. Sono sempre di più i paesi che ricorrono alla manipolazione delle informazioni online, alla rimozione di contenuti o alla limitazione dell’accesso alla rete. Un navigatore su tre nel mondo accede a un web edulcorato e in circa 60 nazioni si registrano censura o persecuzione fisica nei confronti dei cyber cittadini, individuati grazie ai filtri e ai controlli garantiti dai sistemi tecnologici. Che la rete sia diventata uno straordinario veicolo di informazioni e libertà lo dimostrano tristemente i numeri: a novembre 2012 erano 54 i giornalisti uccisi e 41 i cyber cittadini nell’anno, …”
di Domenico Affinito
(da Trimestrale sui Diritti Umani di Amnesty International – Gennaio 2013)
www.amnesty.it