“L’Esistente in Sé ha disposto le porte dell’anima in modo tale che non possano aprirsi che dall’interno verso l’esterno”.
Upanisad
L’Amore è stato rinchiuso, per necessità evolutiva, nel cuore umano. È l’essere umano che deve “accorgersi” della necessità di risvegliare il cuore per ritornare ad essere connesso all’UNO senza secondo. Senza il risveglio del cuore l’essere umano è solo un irrequieto ego in grado di commettere il più terribile degli abomini: il mondo attuale in preda all’ignoranza, all’egoismo e alla paura lo dimostra.
L’Amore, nel cuore di un essere umano, senza risveglio spirituale, non può esprimersi con piena profondità negli usuali rapporti umani, se manca della contemplazione e della relazione col Divino. Risulta impossibile sperimentare l’insondabile profondità dell’Amore senza la relazione con Dio perché, altrimenti, si riescono a manifestare solo amori minori senza luce vera.
L’Amore non può essere scisso dalle profondità entro le vaste inimmaginabili “profondità” della Coscienza.
“Egli, nell’universo di materia causale, si manifesta come la Causa, il Sé, l’Ispiratore, detto poeticamente Prajna, il Saggio; nell’universo della materia sottile come il Creatore, il Sé e Colui che contiene, detto Hiranyagarbha, l’Embrione d’Oro della vita e della forma, e nell’universo di materia fisica come il Governatore, la Guida, il Sé e Soccorritore, detto Virat lo Splendente e il Potente. E in ciascuna di queste manifestazioni Egli può essere conosciuto e realizzato dallo spirito dell’uomo”.
Sri Aurobindo
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