“ … D’altra parte bisogna considerare che, paradossalmente, chi si proclama non violento è spesso, in buona o cattiva fede, più violento di chi lo è manifestamente. C’è infatti un fanatismo del vegetarianesimo che può essere tanto deleterio quanto il fanatismo di chi antepone la consuetudine e il piacere di mangiare carne a qualsiasi considerazione. E c’è una retorica del bene che è forse peggiore del male dichiarato.
È inoltre del tutto inaccettabile il sentimentalismo irrazionale di molti vegetariani che assolutizzano la non-violenza perché, essendosi esclusivamente identificati con gli involucri corporeo e psichico, temono di morire. Essi confondono la violenza con l’uso legittimo della forza, e dimenticano che basta andare nel proprio orto a vangare per sterminare migliaia di esseri viventi. Vita e morte sono dunque due facce della stessa medaglia (la Manifestazione o Creazione) che non sta nelle nostre mani; ma riguardo all’uccidere bisogna attenersi all'indispensabile …”.
Giuseppe Gorlani (da Vegetarianesimo e ricerca spirituale – www.estovest.net – )